Scandalo Sangiuliano: la Procura di Roma chiede il processo per Maria Rosaria Boccia, ecco le accuse ufficiali.
Dopo che anche Marco Travaglio ha sorpreso tutti difendendo Gennaro Sangiuliano, il caso che ha coinvolto l’ex ministro della Cultura e Maria Rosaria Boccia torna al centro dell’attenzione. La Procura di Roma, come riportato da Tgcom24, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’imprenditrice, accusata di gravi reati. Le accuse includono stalking aggravato, lesioni, interferenze nella vita privata, diffamazione e false dichiarazioni nel curriculum.

Scandalo Sangiuliano: la posizione dell’ex ministro
I legali di Gennaro Sangiuliano, come riportato da Fanpage, hanno annunciato che l’ex ministro si costituirà parte civile nel processo: “Siamo certi che il prosieguo giudiziario confermerà tutte le ipotesi accusatorie“.
In una prima fase dell’inchiesta, anche l’ex ministro del governo di Giorgia Meloni era stato indagato per peculato e rivelazione di segreti d’ufficio, per aver accompagnato Maria Rosaria Boccia in trasferte ufficiali e averle comunicato informazioni riservate. Tuttavia, ad aprile 2025, il Tribunale dei ministri ha archiviato la sua posizione su richiesta della Procura.
Processo per Maria Rosaria Boccia: le accuse della Procura
Secondo la ricostruzione dei magistrati, come spiegato da Fanpage, Maria Rosaria Boccia avrebbe iniziato a perseguitare Gennaro Sangiuliano dopo la fine della loro relazione. Il 17 luglio 2024 lo avrebbe aggredito, causandogli una ferita alla testa lunga oltre nove centimetri.
Il 9 agosto successivo, avrebbe spinto l’ex ministro a confessare alla moglie un tradimento, registrando di nascosto la conversazione e facendola arrivare alla stampa, che poi l’ha trasmessa in televisione.
A queste accuse si aggiungono la diffusione di immagini private senza consenso, minacce alla moglie dell’ex ministro e accessi non autorizzati al cellulare dell’ex ministro. Boccia avrebbe anche sottratto la fede nuziale dell’uomo e inserito false informazioni nel suo curriculum. Ora la parola passa ai giudici, che dovranno decidere se aprire o meno il processo.